Avevo vent’anni e cercavo un lavoro con cui pagarmi il conservatorio per diventare cantante lirico. Fu così che mi presentai a un colloquio senza troppa convinzione, al cospetto di due tipi in giacca e cravatta che non sembravano affatto convinti che il ragazzo che avevano di fronte fosse tagliato per quel lavoro. Ma la perplessità nel loro sguardo per me fu un grande stimolo.

Io amo le sfide.

Ecco come ho iniziato pensando che sarebbe stato un lavoro di breve periodo con il solo scopo di pagarmi gli studi. Non credevo che quella professione mi sarebbe stata congeniale: lo vedevo come un lavoro molto tecnico, freddo e adatto a persone più scaltre di me, difficilmente conciliabile con la mia indole relazionale e con i valori per me imprescindibili, primo tra tutti la famiglia.

In realtà non ci volle molto per scoprire che, oltre alle competenze tecniche, era necessario entrare in sintonia con i clienti e aiutarli a realizzare i propri desideri attraverso la gestione delle risorse economiche, comprendere ciò che per loro è più caro e tutelarlo. Io che credevo – e credo – nella forza delle relazioni e nella famiglia come bene prezioso sopra a ogni altro, avevo tra le mani il lavoro dei miei sogni. In questo modo, un passo azzardato e fatto con poca convinzione si è trasformato nella passione di una vita.

Questa lezione per me è ancora importante, non lascio più che le prime impressioni mi traggano in inganno, ma offro a ogni opportunità il tempo per esprimersi a pieno.

Gli studiosi dicono che i prossimi 50 anni vedranno più cambiamenti di quanti l’umanità ne abbia vissuti negli ultimi 5000 anni. Credo che il futuro sia ricchissimo di opportunità di business nel settore della sostenibilità. È l’occasione della nostra generazione per lasciare un futuro migliore ai nostri figli.